Eight Art Project
Eight Art Project
Mostra diffusa “Remo Salvadori” - Settima sala, Palazzo Reale, Milano

Sala 

In questa sala sono esposti alcuni lavori che indicano differenti letture di Nel momento, come Nel momento, 1974 (2000), in piombo, Nel momento, 1974 (2016), in piombo e rame, e Tazza nel momento, 1995 (2004), composto da quaranta elementi in piombo, stagno, ferro, rame, argento e oro.
È qui inoltre presente un lavoro storico, L’osservatore si sposta osservandosi, 1982, costituito da un cavalletto in ferro con sopra un elemento in lamina d'oro. La presenza dell’oro, una sorta di ricciolo posto sul piano d’appoggio dove normalmente viene sistemata la macchina fotografica, contribuisce ad intensificare la scultura dotandola di un attributo quasi regale. Esso sollecita lo spettatore verso quella dimensione alchemica nel cui ambito questo metallo rappresenta il potere di trasmutazione delle cose in vista del raggiungimento di una perfezione ideale.
L’osservatore si sposta osservandosi avrà in seguito un titolo ancora più esplicito: L'osservatore non l'oggetto osservato, di cui sono presenti in sala diversi esemplari. Esso diventerà una sorta di topos ricorrente nella produzione artistica di Salvadori negli anni, invitando a porre l'attenzione su noi stessi, oltre che sull'opera. Uno spostamento di prospettiva con cui l'artista si allontana dall'impositività tipica del massimalismo degli anni Sessanta e "apre" a modalità diverse di fare arte, tramite le quali la positività dell'esistenza e l'interna armonia si accordano con il vivente e con il mondo e la sua sostanza.
Il verbo “osservare” utilizzato nella titolazione di questi lavori fornisce il senso e la ragione d’essere della loro forma e si schiude a un ventaglio di significati a cui poter attingere per comprendere appieno l’aspetto filosofico a essi sottinteso: “L’elemento di osservazione è stato fondante per costruire l’oggetto” (Salvadori).
Nella mostra le opere singole sono raggruppate come a formare un assembramento che viene osservato e nello stesso tempo osserva quanto accade attorno a sé. Si crea in questo modo una sorta di cortocircuito tra chi osserva e ciò che è osservato.

 

Corridoio

Nello spazio di passaggio tra una sala e l’altra sono allestite due opere su carta e acquerello dal titolo Ecce Homo, 1985, che anticipano un lavoro dallo stesso titolo ma eseguito in rame collocato nella sala successiva: Ecce Homo, 1985 (2009).

Una delle due versioni su carta ha nel centro tre linee, una rosa, una rossa e una verde, che s’intersecano e ricordano una forma antropomorfa. Nel secondo disegno la figura emerge nel bianco della carta dal solo colore giallo che la circonda.
La genealogia di questo tipo di forma, come ha spesso sottolineato l’artista, risale a un suo viaggio a Dornach, compiuto insieme al fotografo e amico Jean-Pierre Maurer per visitare il Goetheanum di Rudolf Steiner, una figura che ha significato e continua a significare molto per lui: “In Ecce Homo non c’è un riferimento all’episodio storico ma piuttosto all’universalità della parola che lo nomina, mi sentirei di dire ‘l’umano di momento in momento’”.