Nell’ultima sala che conclude il percorso espositivo, ci troviamo di fronte a un pianoforte, mentre al muro è installata una versione più recente di Stanza delle tazze, 1986 (1991), la quale si lega idealmente al lavoro con lo stesso titolo presente nella Sala 138.
Percepite, grazie a un’illusione prospettica, come se fossero dei solidi ma in realtà con una dimensione piana, le otto tazze, dalla forma di un semicerchio, sono allestite in modo da formare il simbolo dell’infinito.
La presenza di interventi musicali in concomitanza alle mostre dell’artista è qualcosa che si riscontra nella sua attività a partire dall’inizio degli anni Duemila ed è diventata da qualche tempo una consuetudine. Per questo motivo, nella sala, il pubblico si trova alla presenza di un pianoforte, utilizzato dal musicista e compositore Sandro Mussida per eseguire una sua partitura composta a partire dalle opere esposte nel giorno di inaugurazione della mostra e in un momento dedicato prima della sua chiusura.
Sandro Mussida fa parte del collettivo Tutto Questo Sentire con le figlie dell’artista Olivia e Rebecca Salvadori.