Eight Art Project
Eight Art Project

Carl Andre al Musée d'Art Moderne di Parigi.

CARL ANDRE. SCULPTURE AS SPACE 1958 – 2010 (18 OTTOBRE 2016-12 FEBBRAIO 2017)
Con la scelta di ospitare la retrospettiva Carl Andre. Sculpture as space 1958 – 2010 (18 ottobre 2016-12 febbraio 2017), il Musée d’Art Moderne di Parigi rende omaggio a uno dei grandi nomi dell’arte contemporanea americana, dando fiducia al riuscito progetto espositivo della Dia Art Foundation che ha già interessato New York (2014), Madrid (2015), Berlino (2016) e raggiungerà Los Angeles nel 2017. I curatori Sébastien Gokalp, Yasmil Raymond e Philippe Vergne hanno l’indiscusso merito di aver saputo adattare alle sale parigine le installazioni che Andre aveva pensato per spazi diversi, riuscendo a organizzare un racconto armonioso e a tratti sorprendente di una carriera iniziata nella New York degli anni ’70. Accanto ai lavori che hanno fatto la storia del Minimalismo, trovano posto oggetti curiosi come le inedite Dada Forgeries, ma anche numerosi testi e lavori su carta, nonché interessanti fotografie (1958-1961) scattate dall’amico Hollis Frampton che restituiscono un ritratto insolito del celebre artista originario del New England.

SCULTURA E SPAZIO. UNA RELAZIONE TRADIZIONALE
I concetti contenuti nel titolo rivelano molto dell’orientamento curatoriale della mostra, indicando Scultura e Spazio come i poli sintattici di un discorso plastico fatto di materialità, ma nutrito anche delle numerose possibilità di interazione offerte dallo spazio. Pur constando di monoblocchi e parallelepipedi, infatti, la scultura di Carl Andre può considerarsi tradizionale poiché valorizza i contrasti cromatici dei materiali impiegati — spesso metalli grezzi come acciaio e rame — invitando i visitatori a interrogarsi e a interagire fisicamente con essi. 6-Metal Fugue (for Mendeleev) (1995), una delle prime installazioni che si incontrano nel percorso espositivo, è una distesa di 216 tasselli di alluminio, rame, ferro, magnesio, zinco e piombo, un vero e proprio pavimento — ispirato alla tavola periodica degli elementi di Mendelev —  che chiede di essere misurato in passi.

IL MINIMALISMO E IL DEBITO CON I MAESTRI
Per Carl Andre, l’avvicinamento al Minimalismo degli anni ’60 passa attraverso la ripresa dei suoi maestri: “All I’m doing is putting Brancusi’s Endless Column on the ground instead of in the sky”; nelle sale successive ci si imbatte infatti nella dirompente Lever (1966) — già presentata dall’artista americano all’ormai storica mostra del 1966 del Jewish Museum “Primary structures” — un omaggio dichiarato alla purezza dei corpi di Costantin Brancusi, ma anche una dichiarazione d’intenti che segna il passaggio dalla materia manipolata all’objet trouvé. 44 Carbon Copper Triads (2005) è poi una sequenza preordinata di decine di cubi di grafite e piccole lastre di rame che, in effetti, può considerarsi un’eco dell’opera precedente: una ricerca ossessiva della forma zero, un ostinato tentativo di concepire la scultura come riverbero dello spazio circostante.

I DON’T WANT TO MAKE WORKS THAT HIT YOU OVER THE HEAD
Quando i curatori deviano dal percorso stabilito, fatto di rette e cubi, si scoprono le Dada Forgeries (1959-2004); queste insospettabili contraffazioni d’autore rivelano il profondo sforzo concettuale del lavoro di Carl Andre, volto a ironizzare sulle rigidità critiche che spesso ammantano le considerazioni su Marcel Duchamp. Un arto di legno, una tavoletta chiodata o Margit Endormie (1989) — una palla da tennis posizionata in cima ad una spirale di ferro — raccontano bene del rapporto con un genere di scultura profondamente legata alla valorizzazione delle qualità formali e materiche dei suoi oggetti, e di conseguenza anche alla loro percezione. “I don’t want to make works that hit you over the head or smash you in the eye. I like works that you can be in the room with and ignore when you want to ignore them”; per questo ogni suo lavoro agisce discretamente e, anche se di grandi dimensioni, riesce a toccare l’occhio e lo spazio che lo circonda.

Elena Tettamanti

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Musée d'Art moderne de la Ville de Paris // fino al 12 febbraio 2017

Carl Andre. Sculpture as space 1958 – 2010
Mostra a cura di Sébastien Gokalp, Yasmil Raymond e Philippe Vergne
Musée d'Art moderne de la Ville de Paris
11 avenue du Président Wilson - 75116 Paris
http://www.mam.paris.fr/en

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Photo credits:

1. 2. 3. 4 e 5 Vista della mostra: Carl Andre: Sculpture as Place, 1958-2010 presso Museum of Modern Art of the City of Paris.  
© Pierre Antoine

Dicembre 2016
Elena Tettamanti

www.mam.paris.fr/en